Cose particolari da vedere a Torino

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Dopo tanti anni che vivo in questa città ogni tanto ancora scopro nuove cose particolari da vedere a Torino: da opere d’arte urbana, a particolari architettonici che non avevo mai notato. In questo articolo vi racconto alcune di queste particolarità che passeggiando per il centro torinese potrete scoprire anche voi in questa città un po’ magica.

Vi parlerò di alcune opere d’arte sparse in giro per la città, di bellissimi esempi di stile liberty e di qualche angolo magico di Torino. Per scoprire le più belle residenze e palazzi storici di Torino invece vi rimando a questo articolo.

Arte urbana a Torino

Passeggiando per il centro di Torino potrebbe capitarvi di notare alcune sculture un po’ particolari spuntare da aiuole e aree verdi, sono realizzate in materiali di recupero come plastica e ferro e l’autore è Rodolfo Marasciuolo. Sono opera sua anche i lampioni innamorati che potete trovare al Parco del Valentino, ma altre opere a metà tra realtà e fantasia si possono vedere in altri angoli del centro come ad esempio in Piazza Carlo Alberto o presso i Giardini Lamarmora, lo stile è inconfondibile e vi invito a esplorare la città per trovare tutte le sue opere.

Un’altra opera che potete ammirare in Piazza Corpus Domini è intitolata “Baci Urbani”, anche se è più comunemente conosciuta con il nome “il palazzo con il piercing“. Si tratta di una straordinaria installazione artistica che cattura immediatamente l’attenzione per la sua audacia e originalità. Realizzata dall’architetto e artista Corrado Levi, in collaborazione con il gruppo artistico Cliostraat, l’opera si distingue per la presenza di un enorme piercing metallico inserito nella facciata di un edificio, un simbolo provocatorio che gioca con l’idea di decorazione urbana e di contaminazione tra corpo e architettura.

Inizialmente, “Baci Urbani” era pensata come un’opera temporanea, un intervento artistico destinato a rimanere per un periodo limitato. Tuttavia, grazie al successo riscontrato e all’impatto visivo che ha saputo creare, l’installazione è diventata parte integrante del tessuto urbano di Torino, consolidandosi come un esempio di arte contemporanea che dialoga con l’ambiente circostante. Oggi, l’opera non solo è un simbolo riconoscibile della città, ma rappresenta anche un’innovativa interpretazione del rapporto tra arte, architettura e spazio pubblico, suscitando curiosità e dibattito tra cittadini e visitatori.

Vi consiglio infine di approfittare di una giornata di sole per andare ad ammirare l’affascinante opera “Onde Fluttuanti“, conosciuta anche con il titolo inglese “Waves of Wanting”, creata dall’artista visiva americana Nancy Dwyer. Quest’opera, che si trova sulla facciata di un palazzo in piazzetta Viglongo, è un esempio perfetto di come l’arte possa interagire in modo dinamico con l’ambiente circostante e con le condizioni atmosferiche. Il motivo per cui è particolarmente indicato visitarla in una giornata soleggiata risiede nella sua capacità di creare un suggestivo gioco di luci e ombre.

Le onde di alluminio che compongono l’opera sono intagliate con delle scritte, e la luce del sole proiettata su di esse genera delle ombre che si riflettono sulla facciata dell’edificio, creando un effetto mutevole e quasi ipnotico. Il messaggio inciso nell’alluminio prende vita attraverso questo delicato equilibrio tra materiali e luce naturale, trasformando la superficie del palazzo in una tela vivente. Ogni momento della giornata regala una visione diversa dell’opera, poiché le ombre si allungano o si accorciano a seconda della posizione del sole, conferendo una qualità dinamica e transitoria all’installazione.

L’idea di Nancy Dwyer è quella di invitare lo spettatore a riflettere non solo sul significato delle parole scolpite, ma anche su come l’arte possa interagire con il tempo, lo spazio e gli elementi naturali. “Onde Fluttuanti” si integra perfettamente nell’architettura urbana, creando un dialogo costante tra il mondo artificiale e quello naturale, e offrendo ai passanti un’esperienza visiva sempre diversa e in continua evoluzione.

Particolari architettonici a Torino

Torino è una città straordinariamente ricca di architettura elegante, e i suoi palazzi sono una testimonianza vivente del passato glorioso e delle diverse influenze stilistiche che hanno segnato la sua storia. Tra queste, lo stile liberty, conosciuto anche come Art Nouveau, ha avuto un impatto particolarmente significativo sull’architettura torinese a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Questo stile si caratterizza per le sue linee sinuose, i motivi floreali e naturali, e l’uso decorativo di ferro e vetro, che possono essere ammirati in numerosi edifici sparsi per tutta la città. Passeggiando per Torino, è facile imbattersi in dettagli raffinati e sorprendenti, che conferiscono un’atmosfera unica e ricercata agli angoli più inaspettati.

Uno dei dettagli architettonici più curiosi si trova in un edificio situato in via Madama Cristina 19, noto come “il palazzo dei pipistrelli”. Questo soprannome affascinante è strettamente legato a una peculiarità decorativa che non passa inosservata: guardando verso i balconi dell’edificio, si possono notare sculture raffiguranti pipistrelli appesi nella parte inferiore, una scelta decisamente insolita e singolare per l’epoca. Questi pipistrelli, scolpiti con cura e ricchi di dettagli, sembrano osservare dall’alto i passanti, conferendo all’edificio un’aura di mistero e suggestione.

La storia dietro queste sculture è altrettanto interessante: pare che siano state aggiunte nel 1876 dal proprietario durante una ristrutturazione. Anche se non ci sono documenti certi che spieghino il motivo preciso di questa scelta decorativa, si pensa che l’intento fosse quello di attrarre l’attenzione e suscitare curiosità tra i cittadini. In ogni caso, la loro presenza ha reso il palazzo un punto di riferimento particolare nel quartiere, e ancora oggi, questo dettaglio inusuale continua a sorprendere i visitatori e gli abitanti, rendendo via Madama Cristina una tappa imperdibile per gli amanti dell’architettura e delle curiosità urbane.

Inoltre, il “palazzo dei pipistrelli” non è solo un esempio del gusto eccentrico dell’epoca, ma riflette anche la capacità di Torino di combinare tradizione e creatività. Ogni angolo della città può rivelare una sorpresa architettonica come questa, rendendo Torino un luogo perfetto per chi ama esplorare e scoprire i dettagli nascosti.

Rimanendo sempre nel quartiere di San Salvario, non potete assolutamente perdervi uno degli angoli più affascinanti e pittoreschi: il Portone del Melograno in via Argentero 4. Questo portone, realizzato nel 1904, è un autentico capolavoro in stile Liberty che attira l’attenzione non solo per la sua bellezza, ma anche per i suoi vividi colori. Le sfumature di rosso intenso dei melograni, che risaltano magnificamente su uno sfondo verde, creano un contrasto cromatico perfetto, rendendolo un soggetto ideale per una foto artistica e “instagrammabile”. Dietro questa straordinaria opera c’è la mano di Pietro Fenoglio, uno dei principali protagonisti del movimento Liberty a Torino. Fenoglio è stato un architetto di grande importanza, capace di infondere nei suoi progetti un senso di eleganza e movimento tipico dello stile, e il Portone del Melograno ne è un chiaro esempi. Questo portone non è soltanto una meraviglia estetica, ma anche un simbolo della creatività e della vivacità architettonica che ha caratterizzato Torino all’inizio del XX secolo, un periodo in cui l’Art Nouveau si fondeva armoniosamente con la bellezza del patrimonio storico della città.

Andiamo ora a scoprire un altro straordinario esempio di architettura, questa volta in stile neogotico, vale la pena spostarsi nel quartiere Cit Turin, un’altra zona di Torino famosa per le sue splendide residenze. In Corso Francia 23 sorge infatti un edificio conosciuto come Palazzo dei Draghi, o più propriamente Casa della Vittoria, una costruzione che non passa certo inosservata. Il soprannome “Palazzo dei Draghi” diventa immediatamente comprensibile non appena ci si avvicina all’ingresso principale: il portone, monumentale e suggestivo, è fiancheggiato da due imponenti sculture di draghi, creature mitologiche che sembrano fare da guardiani all’edificio. Questi draghi sono scolpiti con una tale attenzione ai dettagli che conferiscono al palazzo un’atmosfera quasi fiabesca e misteriosa, rendendolo un punto di interesse per chi ama l’architettura ricca di simbolismo.

La Casa della Vittoria, costruita all’inizio del XX secolo, rappresenta un perfetto esempio di architettura neogotica in città, un movimento che si ispirava al medioevo e che si opponeva alla modernità dell’epoca industriale. Le sue decorazioni complesse e le forme eleganti conferiscono all’edificio un fascino senza tempo. Oltre ai draghi, altri dettagli come le finestre ogivali, i fregi elaborati e gli elementi decorativi in pietra rendono la Casa della Vittoria una tappa obbligatoria per gli amanti dello stile neogotico e per chi desidera esplorare i diversi volti architettonici di Torino.

palazzo dei draghi torino

Curiosità a tema Torino magica

Torino è una città da sempre legata a una tradizione di magia ed esoterismo, si dice infatti che sia un vertice sia per il triangolo della magia nera che per quello della magia bianca, e nel tempo ha guadagnato una certa fama in questo senso.

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La prima curiosità che vi voglio raccontare riguarda il celebre Portone del Diavolo, un vero e proprio simbolo del mistero nel cuore di Torino. Questo imponente portone si trova su Palazzo Trucchi di Levaldigi, situato in via XX Settembre 40, e la sua storia risale al 1675. Il portone, magnificamente intagliato, è un’opera d’arte in legno che colpisce subito per la sua ricchezza di dettagli. Ma ciò che lo rende davvero famoso è il batacchio centrale, forgiato a forma di diavolo, da cui deriva il nome inquietante.

Le leggende che circondano il Portone del Diavolo sono numerose e affascinanti, alimentate nel corso dei secoli da racconti popolari e da eventi enigmatici legati al palazzo stesso. Una delle storie più diffuse narra di uno straniero misterioso che, secoli fa, avrebbe varcato la soglia del palazzo senza mai più essere visto, scomparendo nel nulla. Questo evento ha contribuito ad alimentare l’aura di mistero intorno al portone, facendolo diventare il centro di numerosi racconti esoterici. Altre leggende parlano di presenze oscure e di una strana energia che si dice circondi l’edificio, soprattutto legata al batacchio di metallo, la cui espressione demoniaca pare quasi fissare chiunque si avvicini.

Il portone, con la sua atmosfera enigmatica e gotica, è diventato negli anni un luogo di grande attrazione per i curiosi e gli appassionati di storie occulte, tanto che oggi è considerato una delle tappe imperdibili per chi desidera esplorare il lato più misterioso di Torino. Il Palazzo Trucchi di Levaldigi, con il suo passato antico e le sue leggende oscure, è avvolto da un alone di segreti che affascinano i visitatori, rendendolo una vera icona di mistero nel tessuto urbano della città. Potete scoprire altre leggende a questo link.

portone del diavolo torino

Per rimanere in tema diavolo ed esoterismo possiamo spostarci verso via Lascaris, nelle vicinanze di Piazza Solferino. Troviamo qui un palazzo che in passato fu sede di una Loggia Massonica e che oggi ospita una banca, sul perimetro di questo palazzo possiamo notare a terra delle particolari fessure dall forma che ricorda degli occhi. Ufficialmente sono delle fessure usate per areazione per i locali sotterranei, tuttavia forse anche per il fatto che il palazzo era legato alla massoneria, si è diffusa la leggenda che si tratti degli occhi del diavolo, e questo punto è diventato ufficialmente un luogo legato alla magia nera.

Conoscevate questi angoli di Torino? Se avete altri posti particolari da condividere lasciate un commento! Se invece volete scoprire alcuni tra i musei più interessanti a torino potete dare uno sguardo a questo post.

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