5 musei interessanti a Torino

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Una delle cose che più amo di Torino è la sua ricchezza culturale, da quando abito qui ho rinnovato ogni anno il mio abbonamento musei che mi consente di visitare le diverse mostre che si tengono in città, e visitare quando voglio i musei.

In questo post vi voglio raccontare di questi 5 musei interessanti a Torino in cui torno spesso sia per rivedere la collezione permanente che per le splendide mostre temporanee. Non vi parlerò in questo articolo del Museo Egizio o del Museo del Cinema della Mole perché credo che siano abbastanza conosciuti, e preferisco includere in questa lista alcuni musei forse un po’ meno conosciuti, ma che io ritengo meritino una visita se passate da Torino.

Se volete scoprire anche le residenze reali più belle secondo me potete cliccare qui e leggere l’articolo dedicato.

Ovviamente se non abitate qui è probabile che non abbiate l’abbonamento musei, ma non temete perché potete acquistare la Torino+Piemonte card(*) che vi darà accesso alla maggior parte dei musei, nonchè sconti e agevolazioni su trasporti e altre attività, quella per 3 giorni ad esempio costa 45€ e potete rifarvi del costo visitando 3-4 musei e mostre.

GAM

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, conosciuta come GAM Torino, è uno dei musei più importanti della città e un punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea in Italia. Fondata nel 1895, la GAM custodisce una ricca collezione permanente che copre un arco temporale ampio, dal XIX secolo fino ai giorni nostri, rendendo omaggio ai principali movimenti artistici nazionali e internazionali.

Tra le opere più celebri della collezione, spiccano capolavori di artisti italiani come Giacomo Balla, esponente di spicco del Futurismo, e Amedeo Modigliani, noto per i suoi ritratti dalle linee sinuose ed espressive. La GAM ospita anche opere di Giorgio de Chirico, maestro della pittura metafisica, e di Lucio Fontana, fondatore dello Spazialismo, celebre per i suoi “tagli” sulle tele che hanno rivoluzionato il concetto di spazio nell’arte contemporanea.

Non mancano contributi di rilievo internazionale, come opere di Paul Klee, artista svizzero-tedesco legato al movimento Bauhaus, e Andy Warhol, figura iconica della Pop Art.

Oltre alla collezione permanente, la GAM di Torino organizza regolarmente mostre temporanee di grande interesse, che spaziano dall’arte contemporanea all’arte moderna, offrendo così un programma espositivo variegato e sempre attuale. Controllate il sito della galleria per scoprire mostre ed eventi in corso al momento della vostra visita.

Se volete pianificare la visita alla GAM, il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 18:00, con l’ultimo ingresso consentito fino a un’ora prima della chiusura. Il lunedì il museo è chiuso, salvo aperture straordinarie in occasione di mostre speciali o festività.

Il costo del biglietto varia in base alle mostre in corso: il biglietto intero per la collezione permanente ha un costo di circa 10 euro, mentre per le mostre temporanee il prezzo può variare, ma solitamente si aggira intorno ai 12-15 euro. Sono previsti sconti per studenti, over 65 e gruppi, e l’ingresso è gratuito per i minori di 18 anni e per alcune categorie di visitatori durante le prime domeniche del mese.

La GAM è stata per me una piacevolissima sorpresa per la ricchezza della sua collezione, se amate l’arte moderna e contemporanea non potete perdervela.

Museo dell’automobile

Poteva forse mancare a Torino il museo dedicato all’automobile? Il MAUTO è secondo me uno tra i musei più interessanti di Torino, si trova un po’ fuori dal centro nella zona del Lingotto, ma potete raggiungerlo abbastanza facilmente prendendo la metro fino alla fermata Lingotto e facendo un breve tratto a piedi.

Inaugurato nel 1960, il museo ospita una collezione straordinaria di oltre 200 veicoli provenienti da tutto il mondo, che raccontano la storia e l’evoluzione dell’automobile dal XIX secolo fino ai giorni nostri. Tra i pezzi più iconici si trovano modelli storici come la Fiat 500 e la Lancia Stratos, accanto a vetture sportive e prototipi futuristici che testimoniano il legame profondo tra Torino e l’industria automobilistica.

La visita al museo vi porterà a scoprire la storia dell’automobile, e di come la tecnologia di questi mezzi si sia evoluta nel corso del tempo, una cosa che personalmente mi ha stupita è stato vedere i primi prototipi di auto elettriche che risalgono a molto, molto prima della Tesla.

Ovviamente, il MAUTO non si limita a esplorare soltanto gli aspetti meccanici e tecnologici delle automobili, ma offre ai visitatori la possibilità di immergersi nell’affascinante mondo del design automobilistico. Questa è forse la parte più artistica ed estetica della creazione di un’auto, un aspetto che spesso sfugge a chi utilizza questi mezzi quotidianamente senza pensare al complesso processo creativo che c’è dietro ogni modello.

Al museo si possono ammirare esemplari unici che hanno fatto la storia del design automobilistico, come le eleganti linee delle auto italiane di Pininfarina e Bertone, che hanno contribuito a rendere Torino una capitale mondiale del design. Inoltre, sono presenti veicoli iconici che hanno segnato l’immaginario collettivo, dimostrando come la forma e la funzione possano armonizzarsi in un veicolo.

Il percorso espositivo del MAUTO permette di scoprire i bozzetti originali, i modelli in scala e le fasi di sviluppo di molte automobili, rivelando l’attenzione al dettaglio e la ricerca stilistica che stanno dietro la realizzazione di una vettura. Si passa così dalla scelta dei materiali, alle soluzioni aerodinamiche, fino alle tendenze estetiche che hanno influenzato le varie epoche, evidenziando come il design non sia soltanto una questione di bellezza, ma anche di innovazione funzionale. Visitando il museo, si può davvero apprezzare l’incontro tra arte, ingegneria e tecnologia, che rende ogni automobile un’opera d’arte in movimento.

Anche al MAUTO vengono spesso organizzate delle mostre o eventi temporanei, quindi informatevi su quali sono le mostre in corso al momento della vostra visita, potrebbe darvi un ulteriore buon motivo per visitare questo interessante museo.

Il museo è aperto dal lunedì alla domenica, con orario dalle 10:00 alle 19:00, mentre il martedì resta chiuso. L’ultimo ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.

MAO (Museo di Arte Orientale)

Questo è in assoluto uno dei musei che più amo a Torino, come spiegato sul sito ufficiale: “inaugurato nel 2008 nella sede storica di Palazzo Mazzonis, il MAO Museo d’Arte Orientale custodisce una delle più importanti collezioni di arte asiatica in Italia e in Europa.”

Per cominciare, il museo si trova all’interno di un affascinante edificio storico nel cuore del Quadrilatero Romano, un quartiere ricco di storia e fascino. Il Palazzo Mazzonis, che ospita il MAO, è un esempio perfetto di architettura barocca torinese, con splendidi stucchi e decorazioni che risalgono al XVII secolo.

Grazie a scrupolosi interventi di restauro, il palazzo è stato riportato al suo antico splendore, creando un perfetto equilibrio tra il patrimonio architettonico locale e l’esposizione dell’arte orientale. Già solo visitare il palazzo è un’esperienza suggestiva, dove si può ammirare la storia di Torino attraverso i suoi dettagli artistici e architettonici.

All’interno del MAO, vi troverete immersi in un viaggio culturale che abbraccia l’intero continente asiatico, suddiviso in cinque gallerie tematiche. La galleria dell’Asia Meridionale e del Sud-Est asiatico vi permetterà di esplorare le radici delle civiltà dell’India e dell’Indocina, attraverso sculture, rilievi e oggetti sacri di straordinaria bellezza, molti dei quali legati al buddismo e all’induismo. Proseguendo, entrerete nella sezione dedicata alla Cina, dove sono esposti raffinati manufatti in ceramica, bronzo e giada, insieme a testimonianze della millenaria tradizione pittorica e calligrafica di questo vasto paese.

La galleria dedicata alla Regione Himalayana vi trasporterà nel cuore spirituale di questa area, esponendo artefatti che riflettono la complessità culturale e religiosa del Tibet, del Nepal e del Bhutan, luoghi dove le influenze indiane e cinesi si fondono creando una vibrante tradizione artistica.

Nella galleria del Giappone, potrete ammirare la delicatezza delle stampe ukiyo-e, le famose armature dei samurai e le eleganti ceramiche, simboli di un paese che ha saputo assimilare influenze straniere mantenendo una forte identità estetica. Infine, la galleria dedicata ai Paesi Islamici vi condurrà attraverso le meraviglie dell’arte islamica, con oggetti che vanno dalle raffinate ceramiche persiane ai tessuti e gioielli che testimoniano l’evoluzione artistica dell’Asia Centrale e del Medio Oriente.

Con una collezione di quasi 2300 opere distribuite in queste gallerie, il MAO è un tesoro da esplorare con calma, dedicando il giusto tempo a ciascuna sezione per apprezzare non solo la bellezza delle opere, ma anche il contesto storico e culturale da cui provengono. Ogni pezzo racconta una storia diversa e contribuisce a dipingere un quadro complesso e affascinante delle culture orientali. Il MAO è molto più di un semplice museo: è una finestra aperta su mondi lontani, che invita i visitatori a scoprire, imparare e lasciarsi ispirare.

Inutile aggiungere che anche in questo caso vengono organizzate mostre temporanee tematiche e che tutte le informazioni del caso sono disponibili nel sito ufficiale del museo.

Museo Cesare Lombroso (Antropologia Criminale)

Passiamo ora al museo più affascinante per noi fan di CSI e dei vari show crime (so che ci siete): il museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso.

Prima di tutto, chi era Cesare Lombroso e perché questo particolare museo è dedicato a lui? Per chi non lo conoscesse, Lombroso è stato una figura complessa e influente nella storia della criminologia e delle scienze sociali del XIX secolo. Medico, antropologo, filosofo, giurista e criminologo, Lombroso è considerato il fondatore dell’antropologia criminale.

Le sue teorie, pur ampiamente confutate e considerate oggi prive di fondamento scientifico, ebbero un impatto significativo nella sua epoca e oltre. In particolare, Lombroso sosteneva che il “criminale per nascita” potesse essere identificato attraverso caratteristiche anatomiche, come la forma del cranio o i tratti facciali, una teoria che si basava sull’idea di atavismo, ovvero la persistenza di tratti primitivi negli esseri umani.

Anche se queste teorie sono ormai state smentite, è importante riconoscere il contributo di Lombroso nell’intento di applicare un metodo scientifico allo studio del crimine. Pur con tutti i limiti legati alle conoscenze dell’epoca e agli errori metodologici, il suo lavoro rappresenta uno dei primi tentativi di analizzare il comportamento criminale non solo come un fatto morale o giuridico, ma come un fenomeno scientifico.

Lombroso cercava di individuare cause biologiche e fisiche alla devianza, aprendo così la strada a studi più sistematici e rigorosi sulle motivazioni del crimine, sebbene le sue conclusioni fossero profondamente influenzate dai pregiudizi e dagli stereotipi del suo tempo.

Come possiamo leggere sul sito del museo: “Il nuovo allestimento vuole fornire al visitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché questo personaggio così controverso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata.”

Il percorso espositivo del Museo Lombroso non si limita a esporre le sue teorie, ma le inquadra criticamente, invitando il visitatore a riflettere su come la scienza può essere influenzata dai preconcetti culturali e storici di un’epoca. Attraverso un viaggio che racconta la vita e le opere di Lombroso, il museo illustra il contesto scientifico, culturale e sociale in cui nacquero queste idee, evidenziando anche i limiti di una scienza che, all’epoca, era ancora in fase embrionale.

Oltre a ripercorrere la storia dell’antropologia criminale, il museo affronta temi più ampi legati all’evoluzione della criminologia e alla riflessione critica su come le pseudoscienze abbiano influenzato la percezione sociale del crimine e della devianza. Il visitatore ha così la possibilità di comprendere non solo gli errori di Lombroso, ma anche la necessità di un approccio scientifico che sia basato su dati rigorosi e privi di pregiudizi.

Un aspetto interessante del museo è proprio il suo invito a osservare criticamente la storia della scienza, riconoscendone i progressi ma anche gli sbagli, per evitare che idee infondate influenzino ancora oggi le nostre percezioni.

Il museo si trova all’interno del polo museale a Palazzo degli Istituti Anatomici, edificio dove dal 1898 è ospitato il Museo di Anatomia, in questa sede troverete anche il Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando”, e il Museo di Antropologia ed Etnografia. Anche questo museo si trova poco fuori dal centro, vi consiglio di prendere la metro fino alla fermata Nizza e poi fare un breve tratto a piedi. Il museo è aperto dal lunedì al sabato 10,00-18,00 e il mercoledì l’ingresso è gratuito.

Museo Pietro Micca

Il Museo Pietro Micca di Torino è dedicato a uno degli episodi più drammatici e significativi della storia della città: l’assedio di Torino del 1706, durante la Guerra di Successione Spagnola. Il museo prende il nome da Pietro Micca, il soldato piemontese divenuto eroe per aver sacrificato la propria vita nel tentativo di fermare l’avanzata delle truppe francesi all’interno dei sotterranei della Cittadella, facendo esplodere una galleria e bloccando l’accesso ai nemici.

Il museo non solo commemora questo gesto eroico, ma offre anche una ricca narrazione storica dell’assedio e del ruolo strategico giocato dalle fortificazioni sotterranee di Torino. Attraverso mappe, cimeli e un’affascinante rete di gallerie sotterranee visitabili, il Museo Pietro Micca consente di rivivere uno dei momenti chiave nella difesa della città e di esplorare l’ingegno militare che contribuì alla sua salvezza.

La particolarità di questo museo quindi è che la parte in assoluto più affascinante della visita non è tra le sale del museo, ma nelle gallerie sotterranee, visitabili su prenotazione accompagnati da una guida esperta che vi farà immergere nella storia di Torino e vi racconterà come questa rete di gallerie sotterranee è stata realizzata.

Proprio per la natura particolare del museo voglio invitarvi a prestare attenzione ad alcuni punti: le gallerie sotterranee sono spazi angusti, poco illuminati, un po’ umidi e naturalmente con un terreno a volte un po’ sconnesso. Se soffrite di claustrofobia questa visita potrebbe non essere adatta a voi, e ovviamente non sono purtroppo accessibili a persone con difficoltà motorie o a passeggini per bambini.

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Questi sono a mio avviso tra i 5 musei più interessanti a Torino, dedicati a tematiche un pochino fuori dal comune o magari meno pubblicizzati rispetto al famoso Museo Egizio. Spero di avervi dato uno spunto per la vostra prossima visita a Torino, e che possiate scoprire qualcosa di nuovo, in questo altro post invece potete scoprire alcune cose curiose sulla città.

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